MA IL BAMBINO NELLA PANCIA COSA FA?

L’utero o, in alcune culture, “palazzo del bambino” rappresenta la prima casa in cui il piccolo inizia a crescere e maturare conoscenze e competenze fondamentali per ambientarsi nella sua futura dimora: il mondo!

Un luogo tutto da esplorare: a 7 settimane di gestazione iniziano a svilupparsi i recettori sensoriali del tatto, che permettono al bambino di scoprire le parti del suo corpo e prendere confidenza con l’ambiente che lo circonda: gioca con il cordone - sviluppando la capacità prensile delle manine - e percepisce il contenimento e il calore offerti dalle pareti uterine.

Non sta mai fermo, tranne quando dorme, alterna momenti di quiete a momenti di attività. Si fa sentire già nel secondo trimestre, quando, compiendo piccoli e impercettibili movimenti, mostra sempre di più il temperamento che lo caratterizza. Stiracchiamenti, calcetti, pugnetti, rotazioni rappresentano il suo linguaggio, il mezzo di comunicazione e connessione tra mondo interno ed esterno.

Annusa e assapora ogni angolo della sua casa: è in grado di riconoscere odori e sapori tipici del liquido amniotico in cui è immerso e che derivano dall’alimentazione materna, a cui inizia ad abituarsi, esprimendo anche qualche preferenza! Saranno importanti punti di riferimento dopo la nascita, per orientarsi verso il seno e dare inizio alle prime suzioni, per le quali si allena tanto nella pancia ciucciandosi il pollice! È nutrito costantemente dalla placenta, ma, già alla sedicesima settimana in utero, beve, deglutisce e fa pipì, concatenazione che, spesso, può far insorgere il singhiozzo, segno di benessere e maturazione dell’apparato respiratorio, che proprio la suzione aiuta ad acquietare.

Vive un ambiente vivace e vitale, ricco di suoni e stimoli: è accompagnato ogni giorno dal ritmo del battito cardiaco della mamma e dalla musicalità della sua voce, ne percepisce il respiro e i cambiamenti umorali, è cullato costantemente dai suoi movimenti. Di settimana in settimana aumenta l’interazione con il mondo esterno, che presto lo accoglierà, riconoscendo e rispondendo a suoni, musiche, voci e tocchi familiari. La vista, che fino alla nascita coglie solo luci e ombre, si affinerà fin dai primi giorni, individuando colori e forme vicine, prima fra tutte il volto materno.

Nei mesi dell’endogestazione l’abitante della pancia memorizza e apprende da ogni esperienza, fisica ed emozionale, per potersi poi orientare al meglio. L’utero, quindi, palazzo del bambino…e anticamera del mondo!

Ostetrica Chiara Aprigliano

GEPO Associazione per la salute della donna, la coppia e il bambino